L'Organista olandese Feike Asma (1912 - 1984)

Progetto e testi di Stefano Corti


In questo breve articolo cercheremo di presentare nel modo più completo ed attendibile la figura del grande organista ed improvvisatore olandese Feike Asma, musicista molto attivo nel suo paese ma decisamente poco conosciuto all'estero, specialmente in Italia. Eppure la sua produzione discografica è estremanente vasta, così come recenti registrazioni ad opera di altri interpreti che testimoniano anche le capacità improvvisative e compositive di questo singolare organista. Feike Asma ha suonato quasi tutti i più importanti organi olandesi, ma il suo nome resta indissolubilmente legato all'organo della Oude Kerk di Amsterdam, costruito nel 1726 da Christiaan Vater ed ampliato nel 1742 da J.Caspar Mueller, e soprattutto al grande organo della Grote Kerk di Maassluis, costruito da Rudolf Garrels, allievo di Arp Schnitger, negli anni 1730-1732 e magnificamente restaurato da Pels Van Leeuwen tra il 1976 e il 1978. Feike Asma è stato organista titolare presso la Grote Kerk di Maassluis dal 1965 al 1984. L'attività concertistica di questo grande virtuoso e poeta dell'organo romantico è stata decisamente molto intensa, arrivando ad eseguire più di 200 concerti l'anno non solo in Olanda, ma anche in Francia, negli Stati Uniti, in Canada e in Sud Africa. Come compositore ed improvvisatore, ricordiamo splendide improvvisazioni e variazioni su temi di corale e qualche composizione libera di carattere prevalentemente romantico e neo-classico.
In primo luogo ci sembra opportuno precisare che il talento e la grande poeticità di Feike Asma lo portano ad essere un musicista romantico, piuttosto che uno studioso e filologico interprete bachiano. Nella sua produzione discografica, decisamente ragguardevole, trovano posto interessantissime interpretazioni di Guilmant, Franck, Mendelssohn, Widor ed altri autori romantici di fine Ottocento. L'aspetto più sorprendente è che molte di queste interpretazioni sono state eseguite su strumenti che apparentemente dovrebbero essere ben poco adatti al repertorio romantico francese. Eppure, le scelte foniche, la presa del suono (sempre eseguita dai tecnici audio in stretta collaborazione con lo stesso Feike Asma) nonché l'articolazione, il fraseggio curatissimo e le scelte dinamiche ed agogiche, ci restituiscono letture di grande intensità, drammaticità, emotività e poesia. Nel corso degli anni, soprattutto in un clima di correnti filologiche ed interpretazioni "autentiche" come quello degli anni Novanta e, tutto sommato, quello attuale, le letture di Asma non sempre hanno trovato consensi unanimi di critica e pubblico. Tuttavia, in un panorama di interpreti tecnicamente sempre validi ed ineccepibili, ma scarsamente comunicativi e completamente anonimi, la figura di questo poeta dell'organo romantico riesce a restituire nuova luce e grande intensità espressiva a un repertorio altrimenti confinato in una stretta nicchia di studiosi, musicisti ed appasionati dell'organo sinfonico.

Il primo autore che desideriamo presentare è senza dubbio Felix Alexandre Guilmant (1837-1911). Nel 1980 Feike Asma registra l'integrale delle opere per organo di Guilmant che vengono pubblicate in un cofanetto di 5 LP nel 1981. Le stesse matrici verranno poi rimasterizzate e trasferite su Compact Disc nel 1990 in un cofanetto di 5 CD. Tutti i brani in questione sono eseguiti sul grande organo "Garrels" della GroteKerk di Maassluis. Si tratta di uno degli strumenti neo-classici più importanti d'Europa; è stato suonato da grandi nomi ed stato spesso utilizzato da Ton Koopman per le sue integrali bachiane che ha registrato negli anni 80 e 90 per varie etichette discografiche. L'estetica predominante è certamente quella tedesca con un grande Rueckpositiv (Rugwerk) dotato di un'ampia scelta di registri e con un Oberwerk (Bovenwerk) posto al di sopra dell'Hauptwerk (Hoofdwerk) e nettamente differenziato dal Rugwerk non tanto per la timbrica dei vari registri, quanto piuttosto per la sua differente collocazione spaziale all'interno della scena sonora tridimensionale, che lo porta a trovarsi parecchi metri più in alto del positivo tergale. Una disposizione similare è ritrovabile in molti strumenti della scuola olandese, tra cui il bellissimo Schnitger della St.Laurenskerk di Alkmaar. I bassi della pedaliera possiedono una corposità e una pastosità decisamente non comuni, così come i flauti e i bordoni dei manuali. La trasmissione meccanica, infine, è tra le migliori e le più sensibili che un organo di questo tipo sia in grado di offrire. Del resto ricordiamo che le Otto Sonate di Guilmant affondano le loro radici ancora nella tradizione classica e la scrittura è decisamente legata a modelli già consolidati e più riconducibili alla "classicità" romantica delle Sei Sonate per organo di Mendelssohn, piuttosto che alle Sinfonie di Widor e Vierne o alla intensità spirituale e ai cromatismi romantici di Franck. In ogni caso Guilmant pensava sempre all'organo di Cavaillé-Coll e tale tipologia di strumenti era alla base non solo delle Otto Sonate, ma anche di quasi tutti gli altri brani della sua ricca produzione organistica. Ecco dunque che la sfida di Feike Asma sta proprio nella sua volontà di proporre della musica pensata per un tipo di strumento abbastanza differente da quello della Grotekerk di Maassluis. Il risultato può essere criticabile, soprattutto se considerato nel contesto di una corrente estetica legata all'autenticità filologica della musica proposta. Nonostante questo, il nostro organista olandese, del tutto libero da tali influenze estetiche ed interpretative, ci restituisce letture interessantissime e decisamente intense, anche laddove il materiale motivico originale non presenta grandi intuizioni creative, quanto piuttosto un incontestabile talento per la melodia e per strutture armoniche abbastanza inconsuete. In queste registrazioni la presa microfonica estremamente studiata e raffinata per l'epoca, cerca di riprendere lo strumento nel contesto del vasto spazio acustico e architettonico della chiesa, proprio per cercare di ottenere il riverbero e l'ariosità delle grandi cattedrali francesi dove si trovano gli strumenti di Cavaillé-Coll. Il risultato è ragguardevole poiché si intuisce una volontà dei tecnici e dell'organista di cooperare attivamente al fine di ottenere una scena sonora adeguata ma anche estremamente attendibile. L'organo infatti non risulta mai nè troppo "in avanti", nè troppo arretrato nella scena acustica, le linee melodiche sono sempre ben identificabili e la collocazione tridimensionale dei vari registri e soprattutto la differenziazione spaziale dei vari corpi d'organo viene resa senza alcuna forzatura. Ma quello che colpisce di più è proprio la tecnica di ripresa microfonica combinata con le scelte interpretative e foniche di Feike Asma. L'organista preferisce tempi abbastanza dilatati, sottolinea i passaggi importanti con staccati e articolando bene i suoni, ma evita anche di dilatare troppo gli "Adagio" e di smarrire la componente "virtuosistica" dei passi più impegnativi. Certo, ricordiamo, l'organo della GroteKerk non possiede casse espressive e il Bovenwerk (Oberwerk) non può certo competere con il Recit Expressif degli organi di Cavaillé-Coll, per dotazione di registri e per possibilità dinamiche. Ecco che allora l'intervento dei registranti si rivela fondamentale, così come le scelte interpretative che privilegiano la componente "classica" alla componente "sinfonica". Ma si tratta di una classicità rivisitata in chiave romantica ed estremente intensa e poetica. Questi aspetti si possono cogliere in modo molto evidente soprattutto nella Sonata No 6 Op86. L' "Allegro con Fuoco" iniziale è decisamente sinfonico e di grande impatto, pur rinunciando ai crescendo e diminuendo nel tema secondario della forma sonata. La Fuga è di ovvia derivazione barocca, affrontata con distacco oggettivo e solamente nella transizione che la lega all'"adagio" finale si coglie la sua "modernità". L'adagio conclusivo, registrato per Voix Celeste 8' dallo stesso Guilmant, viene proposto da Feike Asma come una sorta di romantico "chiaro di luna" estremamente poetico ed intenso, basato sulle timbriche morbide ed avvolgenti dei Bordoni (Holpijp 8') e dei Flauti dell'organo Garrels, proposti in varie combinazioni e tutt'altro che schierati in un'orizzontale ed insignificante uniformità. Qui il tocco organistico e le possibilità della trasmissione meccanica di questo organo giungono al loro massimo livello di espressività e musicalità. La Sonata No 1 Op42 ci viene proposta invece in un'interpretazione decisamente monumentale dove la componente sinfonica e al tempo stesso drammatica appare tratteggiata su grandi pilastri architetturali, soprattutto nelle misure conclusive del terzo movimento. Questa caratteristica è ritrovabile anche nella Sonata No 3 Op56, nonostante l'impianto decisamente classico (di fatto si tratta di una Toccata e Fuga con al centro un Adagio in stile di Romanza Senza Parole). Anche qui la registrazione offre timbri pieni, corposi, eppure sempre morbidi ed avvolgenti e, anche se la dinamica appare leggermente compressa o limitata, le varie gradazioni di volume negli "Adagio" sono sempre ben calibrati e mai fuori posto. In tutto questo contesto l'unica opera che sembra uscirne un po' a fatica è certamente la Sonata No8 Op91, comunque di destinazione prevalentemente orchestrale, dal momento che lo stesso Guilmant pensò di preparare una più efficare versione per organo ed orchestra di questa stessa sonata. E' chiaro che qui la struttura del Bovenwerk dell'organo di Maassluis mostra la sua inadeguatezza, ma tutto sommato si tratta di un'esecuzione ancora abbastanza godibile.

Segnaliamo che su questo stesso strumento Feike Asma ha eseguito anche alcuni movimenti di Sinfonie di Charles-Marie Widor e di César Franck. In questo caso le considerazioni sono decisamente più soggettive, poiché sappiamo della fattiva difficoltà di proporre autori come Franck e Widor su strumenti con caratteristiche poco conciliabili con l'estetica romantica francese degli organi Cavaillé-Coll. Per quanto riguarda Franck, esiste un CD eseguito integralmente sull'organo di Maassluis. La scelta dei brani evita con prudenza pezzi di ampio respiro sinfonico come ad esempio il Grand Piéce Symphonique, prediligendo opere quali il Prélude, Fugue et Variation Op18 e il Choral No 3 in la minore. Feike Asma è un interprete poetico e di grande sensibilità e il suo "respiro" romantico è avvertibile anche il queste interpretazioni. In particolare il Terzo Corale in la minore alterna momenti di grande poeticità tutta franckiana con passi più drammatici ed intensi. I fondi del Recit Expressif di Cavaillé-Coll sono sostituiti dai fondi meno numerosi, ma più corposi e rotondi del Bovenwerk di Garrels. Le ance sono ovviamente limitate alla Trompet 8' e alla Dulciaan 8'. La stessa Dulciaan 8' è presente anche nel Hoofdwerk e nel Rugwerk dove possiede un carattere più solista, simile a un cromhorne francese, ma più mordido e rotondo. Di fatto le ance della scuola organaria olandese presentano spesso questa caratteristica, specialmente le grossi tromboni della pedaliera (Bazuin 32' + 16'). Questa caratteristica rende possibile il loro utilizzo sia come registri di "solo" sia per formare una sorta di Grand Jeux (sempre morbido ed avvolgente, abbastanza simile a quello dei Cavaillé-Coll, del tutto diverso invece dal Grand Jeux classico dell'epoca di Couperin, estremamente squillante e cristallino). Parlando invece di Widor, dobbiamo ammettere che anche qui ci troviamo di fronte a letture molto solide con le consuete scelte foniche e agogiche che non rinunciano assolutamente alla componente virtuosistica e spettacolare della partitura, pur prediligendo tempi abbastanza dilatati. Anzi, potremmo dire che proprio la non eccessiva velocità esecutiva anche negli "Allegro" restituisce a queste pagine una musicalità che altrimenti spesso viene smarrita in altre letture dove la tecnica del virtuoso finisce per sovrastare la componente puramente musicale e melodica della composizione. Anche la difficilissima Toccata, movimento finale della Quinta Sinfonia, viene resa con decisione e con ottimo fraseggio, evidenziando bene tutti gli accordi e gli moto perpetuo degli arpeggi. La resa generale è più che buona e ogni accordo staccato può essere identificato senza problemi, in un'esecuzione giammai asciutta o arida, ma avvolgente e coinvolgente. Pur non essendo disponibile alcuna sinfonia eseguita integralmente, osserviamo che vi sono molti momenti davvero interessanti nelle registrazioni a disposizione. Ricordiamo, a titolo di esempio, la splendida "Marcia Pontificale" della Prima Sinfonia, resa con pomposità tutta esteriore e spettacolare, oppure lo "Scherzo" e la "Pastorale" della Seconda Sinfonia, dove la morbidezza dei Flauti e il carattere solista della Dulciaan 8' possono essere apprezzati senza alcuna forzatura. Certo, bisogna ammettere, in alcuni momenti la mancanza di timbriche peculiari degli strumenti di Cavaillé-Coll, come ad esempio l'eterea e diafana intonazione della Voix Celeste dei Recit Expressif o le tinte flautate delle Unda Maris, si fanno davvero sentire. Ad esempio nella sezione centrale dell'Allegro Cantabile della Quinta Sinfonia dove il registro di Flute Harmonique canta sopra un tappeto sonoro freddo ed etereo, poco si addice alla corposità dei Bordoni dell'organo di Maassluis. Eppure, anche qui, Feike Asma riesce a proporci un'interpretazione, magari non particolarmente attendibile dal punto di vista filologico, ma sempre intensa e coinvolgente. Altri movimenti di Sinfonie sono invece stati registrati sull'organo Schnitger della St.Laurenskerk di Alkmaar, già utilizzato da Helmut Walcha per le sue storiche esecuzioni bachiane per la Archiv Produktion.
Per quanto riguarda Mendelssohn, Feike Asma ha registrato tutte le opere per organo di questo compositore che sono disponibili in due Compact Disc rimasterizzati e pubblicati dall'etichetta olandese Festivo. L'organo utilizzato è invece lo strumento costruito da Christiaan Vater per la OudeKerk di Amsterdam. Come lo strumento di Maassluis, anche questo possiede tre manuali e qualche registro in più. Le qualità sonore dei ripieni sono invece abbastanza diverse, anche perchè, come è possibile osservare, si possono utilizzare più file di ripieno e la qualità delle varie misture è riconducibile all'estetica barocca tedesca della scuola del Sud. Nell'Hoodfwerk è disponibile una Mixtuur V-VIII e una Scherp (Scharf) IV-VI unitamente a una Sesquialtera IV. Nel Rugwerk troviamo una Mixtuur VI-VIII, una Scherp III-V, una Sesquialtera II-IV, un Carillon III-IV e un Cornet V, mentre nel Bovenwerk vi è posto per una Cimbel III e ancora una Sesquialtera IV. Come si vede, questo strumento è in grado di generare una notevole potenza sonora caratterizzata da grandi masse foniche, decisamente non molto adatto per rendere giochi contrappuntistici particolarmente complessi, ma estremamente raffinato nel proporre brani romantici che nella loro struttura formale sono ancora in qualche modo correlabili a forme musicali barocche o classiche, quali ad esempio il Corale, il Preludio e la Fuga. Ecco che allora le Sei Sonate di Mendelssohn ci vengono qui proposte in tutto il loro sapore ottocentesco, più vicine al romanticismo di Guilmant o Franck, piuttosto che al neoclassicismo. Certamente oggi nessuno interpreterebbe più Mendelssohn in questo modo, tuttavia la grande umanità e intensità poetica di Feike Asma, con i suoi tempi esecutivi sempre piuttosto dilatati, ma mai fuori luogo, anche nei passaggi più "rubati", ci riporta in un'epoca in cui la prassi esecutiva non era affatto condizionata da mode estetiche di filologie e dall'imperativo di "autenticità", bensì esclusivamente rivolta a ritrovare il significato umano e spirituale di un certo tipo di repertorio. A questo proposito un altro musicista assolutamente da non dimenticare è certamente il grande interprete bachiano Karl Richter. In queste esecuzioni di Mendelssohn, tanti sono i momenti interessanti, a cominciare dalla maestosità resa con tranquillità e fierezza del Primo Movimento ("Con Moto, Maestoso") della Terza Sonata in La maggiore, alla cantabilità espressiva della Vox Humana 8' dell'Adagio della Seconda Sonata in do minore, all'intensa spiritualità del Choral della Quinta Sonata in Re maggiore.

Come abbiamo detto, la produzione discografica di Feike Asma è molto vasta, ma purtroppo quasi tutti i Compact Disc sono ormai fuori catalogo e di difficile reperibilità. La qualità sonora delle registrazioni originale, nonchè il loro successivo riversamente su CD, si attesta sempre su livelli molto alti, malgrado sia presente, a volte, un leggero rumore di fondo. Tale rumore non è però da sempre da attribuire al fruscio della registrazione, quanto piuttosto agli elettroventilatori degli strumenti utilizzati. Forse l'organo della OudeKerk è quello più rumoroso, mentre il "Garrels" della GroteKerk di Maassluis è il più silenzioso, dal momento che le registrazioni sono state effettuate pochi anni dopo l'ottimo restauro a cura di Pels val Leeuven. In tutti i CD gli strumenti sono ripresi con estrema dovizia di mezzi e con grande sensibilità tecnica ed artistica. I bassi sono sempre corposi e presenti, la scena sonora, ampia, avvolgente, tuttavia mai confusa, restituendo anche i dettagli più nascosti del fraseggio dell'esecutore (la presenza palpabile del Rugwerk di Maassluis "in avanti" rispetto agli altri piani sonori è eccellente ed estremamente realistica). Per chiunque volesse approfondire la conoscenza di questo interprete o semplicemente ascoltare le sue esecuzioni, a parte i brani riproducibili attraverso questa stessa pagina web, suggeriamo di cercare i compact disc o gli LP presso qualche negozio di dischi e libri usati, magari specializzato in musica organistica. Su Internet, attraverso le reti decentralizzate di eMule, eDonkey e Gnutella, è possibile scaricare diverso materiale in MP3 di ottima qualità, comprese le Otto Sonate di Guilmant e soprattutto le improvvisazioni dello stesso Feike Asma.

Disposizione Fonica Organo OudeKerk - Amsterdam
Disposizione Fonica Organo GroteKerk - Maassluis

Disposizioni tratte dal sito  Die OrgelSeite di Martin Doering